"BEATA VERGINE DEL FUOCO"

storia Distintivo Regione Emilia-Romagna

Si dice che gli Etruschi della città di Felsina (l’attuale Bologna) adottarono il gallo come loro emblema, simbolo di combattività, di fierezza, di comando, d’operosità e forse anche di… buona cucina.
Dai romani che occuparono la regione, il gallo ebbe il soprannome locale di “Re del mattino”, in omaggio al suo canto che svegliava gli agricoltori e li invitava ai lavori dei campi.
Nel Risorgimento ritroviamo in Emilia – Romagna il gallo come simbolo di libertà ed indipendecaveianza.

I patrioti ne portavano spavaldamente alcune penne ondeggianti sul cappello e l’uso fu poi adottato anche dai bersaglieri. I ragazzi di Bologna, gli Speranzini che combatterono durante il Risorgimento a Velletri nel 1849, adottarono il gallo rosso su fondo blu come loro bandiera.
In epoche più recenti il ricordo del gallo rimase ugualmente, sotto forma d’immagini di ferro battuto sui campanili e sulla “caveja”.
Per l’esattezza, il vero distintivo della Romagna sarebbe un Gallo associato alla Caveja (un paletto di ferro lavorato e tintinnante con cui si bloccava il giogo al timone del caratteristico carro agricolo trainato da due buoi): spesso lo si può ancora vedere nelle tipiche stampe romagnole riportate “a ruggine” su stoffe e tovaglie, assieme ai disegni tipici della civiltà contadina (la foglia della vite, il gallo, le brocche e, appunto, la “caveja”).…Alla caveja erano riconosciuti anche significati e poteri magici e propiziatori!
Le due parti della regione, Emilia e Romagna, conobbero nei secoli passati vicende, governanti ed occupazioni diverse, tanto da creare ancora oggi una bonaria rivalità tra emiliani e romagnoli, basata anche su presunte differenze di carattere… Nel dopo guerra, al risorgere dell’ASCI nel 1945, vi furono inizialmente due commissariati scout, uno per la Romagna (avente come simbolo il Gallo) ed uno per l’Emilia (uno scudetto diviso in due parti diagonali, con un’aquila bianca in alto a sinistra, e cinemilia1que gigli nella parte destra, a voler rappresentare le province emiliane di Piacenza, Reggio Emilia, Parma, Modena e Ferrara, e forse ad imitazione dello stemma della nobile famiglia degli Estensi, che a lungo aveva regnato in Emilia).
Il 22 dicembre 1954 il Commissariato centrale dell’ASCI decise l’unificazione delle due regioni, decisione formalizzata il successivo 6 febbraio 1955, e fu così scelto per tutti lo scudetto con il gallo.
Nel distintivo regionale della nostra Associazione delle Guide e Scouts d’Europa il Gallo rosso è su fondo bianco, mentre nell’ASCI (Associazione Scouts Cattolici Italiani, 1916 – 1974)lo scudetto riportava un gallo rosso su fondo blu, com’è ancora oggi nell’AGESCI.emiliaromagna_vecchio

Emilia: La Via Emilia è una delle opere storicamente più importanti della regione, quella che ha dato il nome geografico ad una parte di essa. Lo storico Tito Livio riporta la notizia che il console Marco Emilio Lepido nel 187 a.C., dopo aver sconfitto le tribù Liguri insediate sull’Appennino, provvide alla realizzazione di una via di collegamento Lunga 262 km tra le città di Arimium e Placentia, che romagna1da lui prese il nome di Aemilia. L’attuale tracciato della via Marco Emilio Lepido – che mantiene la stessa denominazione – ricalca in buona parte la via consolare originaria, attraversa longitudinalmente tutta l’Emilia-Romagna e rappresentando un comune denominatore topografico e culturale per tutta la regione.
Romagna: La denominazione del territorio romagnolo (Romanìa, Romandiola, indi Romagna) risale a tredici secoli fa e si ebbe con la calata in Italia dei Longobardi e con la loro occupazione del nostro attuale territorio (delimitato a nord dai fiumi Sillaro e Reno, ad est dal mare Adriatico, trasversalmente, da ovest a sud, dallo spartiacque appenninico dal sorgente del fiume Sillaro allo sperone di Focara, sotto Cattolica).
Furono gli stessi Longobardi ad attribuirgli tale denominazione. Ed in effetti, per i successivi tre secoli, la Romagna restò come una sorta di “insula” rispetto al restante territorio italiano e fu autonomamente governata dall’Esarca di Ravenna con leggi, lingua, costumi romano-bizantini.emilia_romagna_nuovo